
Tra le poche cose che salvo di questa quarantena c’è l’aver riscoperto twitter, in cui riesco a trovare pensieri e parole pensate e ponderate. Non mi accade spesso ultimamente.
Sempre grata a questa quarantena (e poi finisco qui perché non ho altro per cui ringraziarla) per aver invogliato una delle mie autrici preferite a usare il suo account twitter di nuovo. Dopo anni in cui si negava ovunque, JK Rowling ultimamente dalla sua quarantena si fa sentire spesso.
E tra mille iniziative di cui si fa promotrice per aiutare chiunque, scrive anche per aiutare la mia psiche. Grazie Joanne. In un tweet di qualche giorno fa ha scritto invitando i motivatori sguinzagliati sui social che ci sollecitano a fare/produrre/creare sfruttando la quarantena, a smetterla. Perché la gente in questo periodo difficile ha già molto da affrontare che mettersi a produrre/imparare/progettare. E soprattutto ha invitato i suddetti life coach a smettere di far sentire inadeguate le persone che non ce la fanno a essere produttive e strategiche, perchè semplicemente hanno ben altri problemi da affrontare.
Come sempre JK Rowling ha innescato un serie di ragionamenti nella mia mente e mi ha fatto affiorare e individuare meglio il fastidio che provo ad aprire instagram ultimamente: le continue dirette trasmesse da psicologi, strategist, influencer servono solo a loro per tenere le posizioni (tradotto: guadagnare qualcosina ma soprattutto non perdere followers) facendo leva sul nostro senso di inutilità di questi giorni. Ma oltre al senso di inutilità c’è anche un senso di paura, di frustrazione e inadeguatezza, sensazioni e sentimenti che non si possono spazzare sotto il tappeto riempiendo le giornate di cose da fare.
La frustrazione e l’inadeguatezza sono sfruttati abbondantemente dai life coach o strategist o chiamateli come cazzo vi pare che mi sollecitano a ogni ora del giorno e della notte a fare/produrre/progettare. Figli di quella nevrosi con cui sono cresciuti (ricordate quando vostra madre vi programmava le giornate senza un minuto libero tra inglese/nuoto/danza/karate? Alla prossima festa della mamma ringraziatela anche per le nevrosi che avete oggi) adesso che sono forzatamente fermi non sanno più da che parte girarsi e rompono i co****** a noi che ce ne stiamo in quarantena e contiamo i giorni per uscirne, senza avere un progetto o un’idea imprenditoriale che rivoluzionerà il mondo. E vi prego, non appena ci libereranno dalla prigione, non propinateci i romanzi/manuali sulla quarantena che state scrivendo, vi vedo che siete lì pronti a mandare in stampa. L’ultima cosa che vorremo noi lettori a maggio o giugno, o per tutto l’anno che verrà, sarà pensare ancora a questo periodo difficile.
Quindi dopo il post di JK Rowling, liberatorio molto di più di qualsiasi post motivazionale, mi sento in pace con me stessa che non sto creando nulla, vivo al meglio queste giornate tutte uguali, cucino e ingrasso e non ne sono affatto felice. E cucino non per fare qualcosa di creativo da postare su instagram e ritrovare me stessa e i lavori manuali, no, lo faccio solo per rallegrare le giornate mie e della mia famiglia.
Se avessi la libertà me ne andrei al ristorante tutti i giorni e sarei molto più felice di lavare piatti tutto il giorno.
E nel frattempo conto i giorni che mi riporteranno alla normalità, imprecando ogni volta che un virologo mi ricorda che la normalità non ci sarà per molto tempo. E impreco ancora più forte contro i motivatori della rete che mi sollecitano a fare qualcosa di buono: vi prego, risolvete i vostri problemi di nevrosi magari seguendo qualche coach online e cercate di godervi questo periodo di riposo senza stressare noi comuni mortali.
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