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Considerazioni sul mondo nuovo

22 Settembre 2020 by costanza

Ieri ho visto l’intervista di Susanna Tamaro a Pordenonelegge. Comodamente seduta nel divano di casa mia.

La vita sul divano è decisamente più interessante di quando saltellavo per Milano, o qualche altra città, perdendo una marea di tempo, per sentire e vedere male qualche ‘evento’.
Le presentazioni di nuovi romanzi, con l’immancabile intervista in cui l’autore si racconta, per me sono qualcosa di fondamentale per capire uno scrittore. Ne ho bisogno e anche se poi non leggo i suoi romanzi, mi aiuta a riflettere e capire molte cose. Gli scrittori validi hanno spesso visioni del mondo diverse. E visto il panorama del pensiero omologato che ci ritroviamo, per me sentire punti di vista diversi è ossigeno puro.

I festival dei libri sono sbocciati nell’ultimo decennio anche in Italia, dove la lettura non è poi così valorizzata come altrove. E per un po’ mi sono fatta incantare dal tentativo di parteciparvi, per vedere e soprattutto ascoltare scrittori di tutto il mondo.

Ma poi avevo desistito, per la solita ‘sindrome milano’, che io chiamo così, quella per cui chi organizza qualsiasi evento, dal salone del libro all’inaugurazione di un negozio di biancheria per la casa, deve per forza avere il pienone, salvo poi ritrovarsi con persone lasciate fuori in coda, o ammassate in qualche modo. Risultato? La maggior parte di queste presentazioni scontentano tutti, se non gli amici intimi degli scrittori che sono gli unici a trovare posti in prima fila e comodi. Gli altri hanno il privilegio di stare in piedi o addirittura fuori, ma ‘possono’ acquistare il libro. Mi era successo con Book City, alla primissima edizione, nato come festival aperto a tutti per il quale avevo fatto una fila infinita per vedere Umberto Eco e poi ero stata gentilmente invitata ad andare a casa perché la sala era piena. Non una bella sensazione. Poi con il Festival della Mente di Sarzana, dove se non prenotavi mesi prima col cavolo che ti avvicinavi ai tendoni, e l’immancabile Salone di Torino dove avevi libertà di vagare per gli stand, ma quando c’era qualche presentazione importante era difficile entrarvi.

Il contrappasso però c’è stato, e per me è stato un gran bel contrappasso.

Oggi posso partecipare e ascoltare interventi di scrittori e autori in genere, rigorosamente in streaming, e non solo in Italia, il mondo anglosassone in quanto a scrittori offre tantissime presentazioni, anche nelle librerie più sperdute e indipendenti, quelle che quando entri ti si spalanca un mondo. E ora quel mondo arriva fino a casa mia.

Una delle ricadute positive della quarantena.

Morale della favola: c’è un mondo di pubblico, là fuori, che gli eventi li ha sempre subiti. C’è una marea di gente, tra cui la sottoscritta, che bada alla sostanza, e il fatto di doversi alzare da quel divano, vestirsi e truccarsi, prendere i mezzi e trovare posto per tempo per ascoltare una persona che ha cose interessanti da dirmi, la fa il più delle volte rinunciare ad andarci. Spesso per gli orari impossibili, le 6 di sera, per chiunque, chi lavora e non riesce a liberarsi per le 6, chi ha figli piccoli e non può piazzarli a quell’ora.

Da oggi ho davanti a me una serie di conferenze e presentazioni che mi aspettano, comodamente seduta sul divano di casa mia, senza dover per forza socializzare, ma solo per ascoltare.

Che poi è come quando leggo un libro, da sola.

Filed Under: content is queen, libri

L’autobiografia di Woody Allen

11 Aprile 2020 by costanza Leave a Comment

Alla fine l’ho letto tutto d’un fiato. Ne è valsa la pena? Eccome! Sono grata a La Nave di Teseo per aver pubblicato A proposito di niente, nonostante la casa editrice americana si sia rifiutata all’ultimo di commercializzarlo, in una pantomima ridicola, più adatta a certi ambienti bigotti che abbiamo conosciuto nel mondo dello spettacolo ultimamente, che a un editore.

Woody Allen negli ultimi anni è stato semplicemente cancellato, bannato da giornalisti e da attori che hanno spesso rinnegato i ruoli nei suoi film (vedi ultimo Timothée Chalamet protagonista di Un giorno di pioggia a New York), e da parte di Amazon che ha rescisso il contratto con il regista per una serie di film da trasmettere su Amazon Prime.

E grazie a questa autobiografia ha potuto dire la sua.

Mi sono immersa nel mondo di Woody Allen che con generosità ha raccontato la sua vita, passo dopo passo: sembra di scorrere uno dietro l’altro tutti i suoi film raccontanti dalle sue parole divertenti e ironiche.

Sembra di camminare insieme a lui per le strade di Manhattan negli anni sessanta e settanta, mentre mi racconta la produzione dei film che ho più amato, Manhattan, Hannah e le sue sorelle, Annie Hall… quelli grazie ai quali la prima volta che sono andata a New York mi sono sentita a casa. Ho scoperto che alcuni dei film più divertenti, sono stati un flop al cinema: Irrational Man, uno degli ultimi, costruito in maniera intelligentissima, non è stato apprezzato, forse solo un po’ in Europa, come sempre, ma pochissimo negli States.

Per non parlare di Un giorno di pioggia a New York che a casa sua non è proprio uscito, per l’oscurantismo di cui dicevamo.

Comunque la sua versione su tutta la questione Mia Farrow, che si trascina da 30 anni, è riuscito ad esprimerla in maniera logica e senza nemmeno troppo rancore. Forte del fatto di essere stato assolto da molti anni.

Filed Under: libri

Cronache domestiche da influencer

13 Marzo 2020 by costanza Leave a Comment

Mai come in questi giorni gli influencer sono produttivi. Ormai conosciamo le loro case nei minimi dettagli, purtroppo, anche i bagni e le camere da letto.

Non che prima non ci avessero risparmiato i particolari più insulsi, ma la possibilità di uscire li faceva spaziare su panorami urbani e tramonti tropicali.

In questi giorni, costretti tra le quattro mura, ci illustrano armadi con abiti di quando erano adolescenti, routine di pulizia quotidiana, la più normale banalità. E, udite udite!, abbiamo scoperto sempre grazie agli influencer che si può lavorare da casa, ma non in pigiama, meglio truccarsi bene e mettersi i tacchi! (non so se l’invito sia rivolto anche ai followers di sesso maschile).

Dopo le banalità viste e sentite sui social negli ultimi giorni, da oggi li silenzierò più che posso e mi immergerò nella lettura di ‘Breve storia della vita privata’, di Bill Bryson, che in questo romanzo del 2010 ci porta nell’esplorazione della sua dimora inglese, un’ex canonica vittoriana situata in uno sperduto villaggio del Norfolk.

Decisamente più interessante della double cleansing o del tutorial sulla ceretta di qualche beauty influencer intervallato da #iorestoacasa… lo abbiamo capito, anche noi, tranquilli, ma non lo ripetiamo come dei pappagalli a chiunque incrociamo virtualmente.

Filed Under: libri, web

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