
Non è passato nemmeno un mese da quando gli hashtag #iononguardosanremo e #boycottsanremo hanno invaso instagram e twitter.
Influencer indignate hanno tenuto discorsi solenni nelle loro stories per spiegare perché non bisognava guardare Amadeus e il suo festival maschilista.
Poi Claudia Gerini, Ambra Angiolini e Red Ronnie hanno seguito l’onda e pubblicato post contro Amadeus e il festival invitando a non guardarlo e a boicottarlo.
Poi è iniziato il festival, Fiorello è stato sguinzagliato per disinnescare le polemiche e ha usato l’arma migliore, rimarcando cioè le gaffe pseudomaschiliste di Amadeus per farci ridere, e lo ha fatto nel migliore dei modi. I social sono stati inondati da altri hashtag più dilaganti del povero e reietto #iononguardosanremo che è stato miseramente abbandonato al suo destino.
Rula Jebreal è stata usata non come bella statuina, ma per zittire tutti coloro che si indignavano sull’uso della donna oggetto.
E per rincarare la dose, se già non ci si fosse resi conto che il festival 2020 è stato un successo di ascolti anche sui social sin dal primo giorno, Morandi tutte le sere ha pubblicato una sua foto davanti alla tv sintonizzata su rai1. Gianni Morandi: 1,1 milioni di followers su instagram (2,5 milioni su facebook).
Basta così? Certo che no, se andate a guardare i profili dei più accaniti critici del festival di Amadeus, Claudia Gerini ad esempio, è tutto un post sulle serate: incoraggiamento all’amico Tiziano Ferro, tag ad Amadeus e sua moglie… e Red Ronnie ci spiega la vicenda di Morgan sottolineando come lui la sera lavori tenendo il monitor di un computer perennemente sintonizzato sul festival per seguirlo in diretta.
Cari influencer che pensate di girare i followers come fossero delle trottole, cercate di capire che i social che voi pensate di usare come grandi comunicatori, non sono altro che strumenti di marketing e vince chi investe più danaro, nulla di più. E chi si indigna pubblicamente, nel mondo degli affari, è sempre pronto a fare marcia indietro, o semplicemente a far finta di nulla.
That’s business!
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