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Chi tocca gli influencers…

8 Gennaio 2020 by costanza Leave a Comment

Instagram cancella chi parla male degli influencers

Nessuna sollevazione popolare in difesa di chi è stato cacciato da instagram per avere espresso un’opinione o meglio, aver scritto un articolo di satira.

L’editoria è in crisi… lo ha già detto qualcuno? Ok, non fa ridere, di sicuro non fa ridere tutti quelli che ci lavorano e sono molti, e che negli ultimi anni hanno visto chiudere quotidiani, magazine e ridurre drasticamente la vendita dei libri.

Per cui capisco i tentativi di spingere in qualsiasi modo la vendita: i quotidiani spacciano per articoli e notizie quelli che un tempo sarebbero dovuti essere i publiredazionali, chiaramente distinguibili dal resto delle notizie, per non trarre in inganno il lettore. (E così oggi ci troviamo interviste quotidiane sul Corriere, ad esempio, a inserzionisti pubblicitari per accontentarli e spingerli a investire ancora.)

E i libri? La situazione della maggior parte delle case editrici è tragica, lo sappiamo, e gli autori che hanno la possibilità di pubblicare, poi promuovono a proprie spese (chi con i propri followers, chi organizzando eventi ), ma di guadagni ce ne sono pochi.

La tentazione allora di rivolgersi all’influmarketing anche per il settore librario è ovvia, e così ci ritroviamo inondati da book influencers, o influencers tout court adattati all’uopo, che ci propinano emozioni, colori pantone, carte da parati, caffé milanesi fintissimi per spingere la copertina di un libro come un biscotto alla nutella qualsiasi. Lo racconta Massimiliano Parente su Il Giornale, articolo da leggere per capire come il marketing editoriale abbia preso una deriva a volte esilarante. E puntuale è arrivata l’indignazione di influencer di ogni tipo a difesa delle book influencers menzionate da Parente.

Quello che penso spassionatamente è che il marketing replicato all’infinito e oltre con modelli e schemini preconfezionati a me personalmente ha rotto. E in ambito librario mi irrita particolarmente. E sapete cos’altro mi irrita? L’indignazione che si leva per una critica a un modo di lavorare… io trovo che le critiche siano utili, costruttive e servano a far riflettere.

Ma gli influencers, non solo di libri, che sono abituati a cancellare metodicamente i commenti negativi dai loro post, e insultare chi non la pensa come loro, rimangono spiazzati quando qualcosa viene pubblicato su un medium che non può essere modificato a loro piacimento.

aggiornamento del 10/1/2020: l’account di Massimiliano Parente è stato chiuso da instagram.

La cosa è molto grave, ma non vedo nessuna sollevazione popolare in difesa di chi è stato cacciato da instagram per avere espresso un’opinione o meglio, aver scritto un articolo di satira, e si sa che la satira è la prima a essere censurata in tempi di oscurantismo.

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