Oggi è una di quelle giornate che non vorrei essermi svegliata.
Oltre al tempo da film apocalittico, ci si mettono anche i quotidiani, e l’umore rimane lì dove si è nascosto negli ultimi mesi, sotto i tacchi.
I titoli stamattina spaziano nelle varie proposte, suppongo fatte dalla task force ma non è dato saperlo, per poter uscire di casa ‘sicuri’: app non obbligatoria, ma se non la scarichi avrai movimenti limitati. Mi immagino subito io che mi rifiuto di scaricarla e all’entrata di un ristorante:
‘Prego, signora, si accomodi fuori, qui non può entrare.’
O mi immagino prenotare un albergo su booking e senza app ti compare la scritta: ‘Mi spiace, non abbiamo camere libere per le date da lei scelte’, o sul sito trenitalia: ‘Inserisca il codice della sua app, prego’.
Per non parlare della proposta di ‘agevolare’ le persone anziane che magari non hanno o non vogliono uno smartphone. Nessun problema, tranquilli, un braccialetto elettronico sostituirà degnamente la app, senza alcun disturbo per l’anziano (ormai una categoria a sé e non più un cittadino con pari diritti) che con un semplice braccialetto tracciante potrà muoversi da casa al supermercato e viceversa, più libertà per ora no, per il suo bene.
Perché, mi verrebbe da suggerire, non proponiamo un collarino elettronico, con tanto di leggera scossettina per ricordare all’anziano che sta superando i limiti territoriali?
Ma voi giornalisti dove siete? Che mestiere state facendo? Sapete solo ripetere come dei pappagalli cabina di regia dieci volte in ogni articolo/servizio? Non vi state facendo qualche domanda e soprattutto non la fate a chi sta togliendo giorno dopo giorno pezzo per pezzo la nostra libertà?
Quando tutta la paura sarà passata, perché passerà tranquilli, scenderemo in piazza come abbiamo fatto per difendere la Terra anche per riprenderci la democrazia ‘sospesa’ da mesi in nome della nostra salute?
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