Ci sono molti modi di arrivare. Il migliore è non partire – Ennio Flaiano
Milano – Lugano: 70 km. In tempo di coronavirus per qualche legge fisica la distanza si dilata.
Le frontiere sono chiuse, i confini mentali tra questi due stati si fanno di giorno in giorno più evidenti, senza Schengen poi…
Acquistare un farmaco da banco italiano a Lugano non è contemplato. Ordinarlo dal produttore che dista pochi km di là dal confine, scordatevelo.
Non è un farmaco salvavita, tranquilli, quelli in Svizzera ci sono. Ma da febbraio non varco il confine e la prospettiva è di non poterlo fare fino a maggio.
Chiedo dunque a un’amica di acquistarlo alla sua farmacia nell’hinterland milanese, metterlo in una busta e spedirmelo.
Ma non può uscire dal comune, causa coronavirus, e l’ufficio postale del suo paese non è al momento funzionante.
Idea: ‘Te lo spedisco con corriere. Costa di più, ma in 2 giorni arriva.’

Me lo ha spedito 3 giorni fa, la busta è volata a Brussels, Lipsia e adesso è a Basilea in attesa di essermi consegnata forse oggi. Basilea non è propriamente vicina a Lugano, 264 km sulla A2. Milano invece lo era vicina, più di Brussels e più di Lipsia.
Se fossi potuta andare a Como, in 20 minuti lo avrei avuto. Senza far vagare una scatoletta da pochi grammi in aereo per mezza Europa.
Temo di aver ecceduto con la mia carbon footprint per quest’anno e quelli a venire.
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