
Della app abbiamo capito che ne perderemo le tracce, per fortuna. Per evidente incapacità del governo a farne qualcosa di accettabile ai cittadini (non sudditi).
Di Milano invece la delusione è grande: sempre più persone, conoscenti e amici mi riferiscono di quanto sia stata inesistente la medicina territoriale: persone ammalate a casa, rifiuto di fare il tampone da parte dei medici di base, conseguente contagio di familiari conviventi… Non venite per favore a fare ipotesi complottiste sul perché in lombardia si sia diffusa così tanto. Bastava monitorare le persone ammalate costrette a casa, contagiose e soprattutto sofferenti e non curate. Ricordo che sono persone che hanno diritto al servizio sanitario nazionale e non sono state curate, se non al telefono. E quando alcune sono state costrette al ricovero, le loro condizioni erano molto gravi. Che una presenza così alta nelle terapie intensive lombarde (e negli obitori) poteva essere evitata da delle semplici visite e terapie a casa?
Per il resto attendo con ansia la riapertura dei confini nazionali e regionali, notando come ormai dell’entusiasmo social non sia rimasta traccia: chi voleva approfittare della quarantena per aumentare followers lo ha fatto, chi voleva spiegarmi come fare il lievito madre o qualsiasi altra ricetta lo ha, purtroppo, fatto. Per il resto la depressione più totale: gli investimenti pubblicitari sono congelati, gli influencer pensano a cambiare lavoro, viste le prospettive future, e chi ha e-commerce spinge spinge all’infinito i suoi prodotti.
Legittimo, ma lo sapete bene anche voi, i vostri followers non sono tutti dipendenti con stipendio assicurato, anzi, magari sono dipendenti licenziati.