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Circoli esclusivi

15 Settembre 2020 by costanza

Abbiamo più possibilità di scoprire argomenti nuovi, idee nuove, aprendo la Treccani del 1962 che cercando su Google.

Non vi sentite onorati di essere parte di un circolo esclusivissimo quale quello di instagram, facebook , twitter o google? Non sapete che il vostro account social non è altro che la versione digitale della tessera di appartenenza al Rotary club, al Club di Superpippo o al Circolo della pesca, a seconda del mondo che ti rispecchia di più?

Questa è la riflessione più lampante che mi è venuta in mente dopo aver visto The Social Dilemma su Netflix. E che accostamento! Le due parole nella stessa frase fanno riflettere molto, dal momento che Netflix è il campione di raccolta dati e persuasione attraverso gli algoritmi che ci profilano. Ma passiamo oltre questo piccolissimo conflitto di interessi.

Dicevo del club esclusivo a cui appartenete, anzi apparteniamo. Perché da che sono stati inventati i social, da che Google ha iniziato a darci risultati diversi alle nostre ricerche in base alla nostra cronologia di navigazione e collocazione geografica, il mondo virtuale frequentato da noi è diverso da quello frequentato dal nostro compagno di banco, vicino di casa o parente che vive in un’altra città.

E quindi mi appaiono molto più chiare le telefonate che spesso faccio con la mia amica:

‘Ma come? Non hai letto sui social? E’ dappertutto la notizia del virus creato in laboratorio!’

‘No, guarda, io ho letto esattamente il contrario, ovunque dicono che non è altro che una fake news.’

E fin qui ci arrivo, i dati che regaliamo quotidianamente (sì, anche e nonostante il Gdpr, che non fa altro che disturbarci con quelle finestre odiose che puntualmente chiudiamo per spalancare le porte ai cookies col nostro consenso) non fanno altro che creare l’ambiente più adatto a noi, ai nostri gusti, alla frequentazione di persone che la pensano come noi, per poi relegarci in questo bel recinto che è il nostro ambiente. Di lì ci vengono proposti contenuti, prodotti, idee politiche etc. etc. tagliati e confezionati su misura per noi.

Ma oltre a questo, che è già abbastanza inquietante, ci viene tolta la possibilità di scoprire ALTRO.

La parola serendipity nell’ambiente virtuale così come lo hanno fatto diventare google, facebook e instagram, non esiste più.

Ho più possibilità di scoprire argomenti nuovi, idee nuove, aprendo la Treccani del 1962 nella libreria dei miei, dove almeno la mia attenzione non viene intercettata e dirottata a leggere quello che non sto cercando. Riflettete e osservate cosa succede quando siete immersi nel vostro mondo.

E fin qui il ragionamento più ovvio che faccio dopo aver visto The Social Dilemma, interessante e sicuramente istruttivo. Da guardare con i nostri figli, senza alcuna speranza di distorglierli dal loro mondo, che non è il nostro, ma sperando di seminare un briciolo di critica verso il web così come è diventato.

L’altro ragionamento lo faccio, polemicamente come sempre quando parlo di influencer, mettendomi dall’altra parte, cioè da chi mi propina contenuti su instagram o twitter creandosi lui l’ambiente adatto a se stesso.

Cerco di spiegarmi: quando Burioni banna tutti quelli che su twitter osano polemizzare con vaccini e virus, non fa altro che crearsi un ambiente a lui favorevole, amorevole, osannante che porterà la sua psiche a crogiolarsi di quanto consenso stia conquistando di giorno in giorno. Certo, se chiudi la bocca a chiunque dice un’idea diversa dalla tua, la logica conseguenza è questa. Ma poi quando ti ritrovi dal vivo a parlare degli stessi argomenti, non stupirti se arrivano frotte di no vax o semplici persone che la pensano diversamente da te e ti impediscono di parlare. Succede, quando non dai la possibilità di esprimersi a chi la pensa diversamente da te.

O se ad esempio una influencer qualsiasi, che vende corsi e corsetti per avere successo, che solitamente prima insulta e poi banna chiunque su instagram non le dica quanto sia figa, è altrettanto ovvio che nel giro di poco farà una bella scrematura dei followers, quelli che la seguono la osanneranno sempre di più, il suo ego diventerà ancora più ipertrofico e si convincerà ogni giorno di più della propria grandiosità. Senza il minimo dubbio, poiché il consenso artificiale che si viene così a creare porta danni irreparabili alla psiche degli ‘influencers’.

Ogni influencer degno di questo nome si crea quindi un cerchio chiuso, all’interno del quale se la dice e se la canta e chi non la dice come lui viene semplicemente reso muto, silenziato, bannato.

Tutto questo solo per dire che il walled garden, o filter bubble che dir si voglia, in cui ci rinchiude il web (parlare solo di social ormai è superfluo) non solo è dannoso per chi pensa di trovare informazioni e si ritrova invece burattino che acquista e consuma notizie e informazioni, ma anche per chi si illude dall’alto del numero dei propri followers, di poter parlare e influenzare il popolo: se banni, banni, banni alla fine quando esci nel mondo reale e ritrovi qualcuno che ti sfancula, non rimanerci troppo male.

E’ l’illusione dei social, che colpisce tutti indistintamente, sia noi utenti sia voi influencers! Noi ci illudiamo di avere accesso a informazioni libere, voi vi illudete di avere la folla adorante ai vostri piedi.

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Di canoni estetici e morale

2 Settembre 2020 by costanza

Davvero abbiamo bisogno di Gucci per riflettere sul corpo delle donne?
Prima di aprire la nostra piccola mente di consumatori ottusi grazie agli insegnamenti morali di chi pensa principalmente a fatturare, giustamente per carità, vorrei riflettere su alcuni aspetti di questa finta polemica innescata da Gucci che ha assoldato una modella ‘fuori dai canoni estetici tradizionali’, Armine Harutyunyan, dal viso molto particolare, per la sua ultima campagna (vedete come mi adeguo anche io a usare un linguaggio consono alla rete?):

1 – Se come azienda metti sui social una foto, quello che desideri sono tanti commenti e like e reazioni. Più ne hai, sia in positivo, sia in negativo, più fai parlare del tuo marchio. E, se ti va bene, ne ‘converti’ (parola orribile) una buona percentuale in vendite.

2 – Se sei un’azienda che ha bisogno di far parlare di sé e del suo marchio, cercherai di vincere facile facendo leva sui temi caldi che popolano la rete oggi: gender fluid, black lives matter, body shaming… (e se vuoi stravincere un insulto a Trump ci sta sempre bene.)

3 – Se sei un’azienda che vende un paio di ciabatte di plastica a 310 euro e infarcisce le teste degli adolescenti di ‘must have’ (borsetta dai 2000 euro in su o cintura da 300 e passa euro) hai bisogno di costruirti una nuova verginità e lo fai puntando sulla morale insegnando a noi comuni mortali insegnamenti del tipo: ‘Se non ti piace la diversità, vergognati!’ (chiedete a qualsiasi nativo digitale quanto sia imbarazzante non omologarsi, in rete, al sentire comune. L’imbarazzo è la gogna degli anni 20.)

310 euro, ciabatte Gucci

4 – Vogliamo dirlo che la nuova modella di Gucci non è bella? Non secondo quello che gli stilisti, il cinema, l’arte e la pubblicità per decenni ci hanno imposto come unico e solo modello estetico? Vogliamo dirlo che gli stilisti vogliono le modelle magre, alte e che abbiano il portamento giusto? Armine Harutyunyan ha tutto della modella fuorché il viso, molto diverso dalle altre modelle. Ma in molti la pensavamo così anche ai tempi di Claudia, Naomi o Lynda… quando se Armine fosse andata a un casting sarebbe stata cacciata in malo modo. Ok, i tempi cambiano, e i costumi anche per fortuna. Ma la magrezza di Armine e il suo portamento mi fanno capire che il corpo delle donne nella moda non è per niente cambiato.

Gucci, 590 euro

5 – Vogliamo dirlo che Armine Harutyunyan è stata assoldata da Alessandro Michele per far parlare del marchio che, come tutti, in questo periodo soffre da morire della crisi?

Online si leggono solo articoli imbarazzati e imbarazzanti, di giornalisti che camminano sulle uova per esprimere quello che non pensano parlando di ‘bellezza non convenzionale’ o ‘fuori dai soliti schemi’.

Di tutta questa vicenda quello che a me salta all’occhio non è il viso di Armine, ma l’uso del corpo delle donne come strumento per vendere, che sia venderci una nuova morale o un paio di ciabatte bordate di pelliccia da 850 euro.

Infine un pensiero rivolto all’impegno sociale di Gucci: se il messaggio che vuole portare avanti è che i canoni estetici e le idee dovrebbero essere fluidi, che ne direbbe di impegnarsi socialmente anche a rendere fluidi i prezzi con cui vende un paio di ciabatte di plastica?

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Venezia dopo il lockdown

17 Luglio 2020 by costanza

Venezia deserta dopo il lockdown

Non avevo mai provato la sensazione incredibile di camminare per calli e campielli senza l’orda di turisti chiassosi. Ho trascorso due giorni di totale relax in una Venezia inedita.

Lo racconto qui.

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In principio era il lievito di birra

16 Giugno 2020 by costanza

allenarsi zappando: il nuovo mondo

Nei primi tempi di quarantena tutti volevano fare il pane in casa, prima della scoperta del lievito madre andava a ruba il lievito di birra. Non si trovava e se lo si trovava in qualche negozio era oggetto di contesa tra chi se lo voleva portare a casa. 

Era questione di vitale importanza, non poter fare il pane o la pizza in casa non era contemplato.

Poi si è scoperto il lievito madre, fatto in casa da soli e il resto è storia.

Ora c’è un altro prodotto introvabile nei negozi, e a prezzi esorbitanti su amazon: i pesi da palestra.

La quarantena ormai è finita, le palestre sono riaperte, eppure i pesi per allenarsi non si trovano più da decathlon in nessun magazzino, nei negozi di articoli sportivi in città e su amazon, buona fortuna, la consegna è a due mesi (e si sa che quando amazon fa consegne così lunghe è perché li devono ancora produrre in qualche fabbrica in cina) e a prezzi assurdi, perché il famigerato algoritmo quando vede tanta richiesta parte al rialzo. Come faceva con le mascherine ai tempi. Ho trovato una kettlebell da 12 kg a 292 euro!!!!

E’ questo il nuovo mondo a cui ci dovremo abituare? Prima ci hanno viziati ed educati ad avere tutto e subito, ora ci stanno abituando a non avere nulla, e quel poco ce lo fanno sudare. 

Perché? Era un mondo non sostenibile quello di prima? Quello di adesso?

Non ci capisco più nulla, e torno al mio orticello che, a meno di cimici o locuste, i pomodori me li dà se me ne occupo personalmente. Chissenefrega di amazon e i tempi di consegna, e in più mi faccio anche i muscoli zappando.

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Considerazioni di prima estate

16 Giugno 2020 by costanza

E poi torni a Milano dopo un po’ pensando che il peggio sia ormai passato. Entri nel solito negozio in cui ti misurano la temperatura, indossi i guanti e vai a vedere i vestiti, che non puoi provare. Dopo un po’ inizia a fare caldo, ti accorgi che nonostante i 30 gradi l’aria condizionata non è accesa. Scopri che il vestito che volevi non c’è, ma si può ordinare online, e arriva prossimamente non si sa di preciso quando.

Alla cassa, l’unica aperta in tutto il negozio immenso, la ragazza con mascherina ha i rivoli di sudore che le incorniciano il volto. Azzardi la domanda:

‘Come mai fa così caldo?’
‘Bisogna mettere a norma l’aria condizionata secondo le nuove regole covid.’

Il mondo è cambiato, Milano è cambiata.

La prima riflessione che mi viene da fare è: ‘Perché andare per negozi in una città in queste condizioni, con la mascherina che non ti fa respirare, non trovare quello che cerchi perché comunque anche il negoziante lo ordina online?’

Tanto vale starmene a casa comodamente seduta e ordinare al mio domicilio tutto quello che voglio.

‘Non è la stessa cosa’, dicono le appassionate di shopping. Certo, ma non è la stessa Milano quella che ci ha lasciato il covid e le misure esagerate per contenerlo. Continuerà così anche a settembre? Se sì, non mi avrete. Milano ha senso con i teatri, i ristoranti, i cinema e i negozi. Toglietele tutto questo e cosa rimane? Una città fastidiosa, con gente perennemente incazzata (e adesso a maggior ragione), dove non trovi parcheggio e se vai a piedi fai lo slalom tra bici, auto, tram e monopattini.

Fatemi capire: finirà tutto questo o è questo il nuovo mondo che avete pensato per noi? E se sì come pensate che potremo sopravvivere? I grandi magazzini delle città avranno ancora senso o dovremo vedere sempre più caseggiati abbandonati nei centri cittadini e chi ci lavora come sopravviverà se il commercio sta deviando tutto online?

Diventeremo tutti trasportatori e driver?

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Colombo, JK Rowling e Montanelli

11 Giugno 2020 by costanza Leave a Comment

Ho appena scoperto che anche i Romani praticavano la schiavitù. Di conseguenza ho immediatamente fondato un comitato per l’abbattimento del Colosseo

— Antonio Polito (@antoniopolito1) June 11, 2020

Sono cinquecento anni che Cristoforo Colombo ha compiuto sia la scoperta del nuovo mondo sia chissà quanti misfatti atroci oltreoceano. Oggi nel 2020 va processato, e le sue statue abbattute.

J.K. Rowling ha scritto il capolavoro del novecento, esempio per generazioni di ragazzini e adulti, ma si è macchiata di un delitto atroce: non appartenere alla categoria di coloro che sostengono che il genere sessuale sia una libera scelta ed essere quindi una TERF. Anzi, peggio, ha osato esprimere il proprio pensiero su twitter. (Qui la sua risposta dopo gli attacchi degli ultimi giorni.)

Indro Montanelli ha raccontato lungo tutto il novecento l’Italia agli italiani, ma in Etiopia ha preso una moglie di 12 anni, episodio odiosissimo che nessuno ha mai ignorato, e che nessuno credo abbia mai considerato un esempio di virtù, tutt’altro. Oggi vengono raccolte delle firme per togliere la sua statua dai Giardini milanesi a lui intitolati. Poco importa se l’idea viene a Milano dopo che a Bristol hanno deposto la statua dello schiavista Colston, ma si sa, in Italia come diceva lo stesso Montanelli, non nasce mai niente, vi è sempre qualcosa di riportato da altri.

E siamo a 3, altri ne seguiranno, basta andare a pescare a qualsiasi personaggio vissuto più di dieci anni fa, quando la nuova generazione dei pensanti, quelli che oggi ci educano su instagram stories spiegandoci tra un adv e l’altro perché una cosa sia giusta e un’altra sbagliata, non era ancora nata.

Io suggerirei di condannare anche i figli dei fiori che chissà quanti stupri mascherati da amore libero hanno compiuto somministrando magari anche droga alle loro vittime durante Woodstock.

Poi potremmo condannare Erica Jong che, attraverso l’esaltazione delle ‘scopate senza cerniera’, si è sottomessa al maschio fallocrate e indotto chissà quante generazioni di donne a fare lo stesso.

Poi passerei alla cultura popolare, tipo i romanzi Harmony in cui, non so ora, ma fino a tutti gli anni ottanta e novanta il protagonista era bianco, virile e bello e le donne altrettanto belle, sottomesse e con il solo desiderio di sposarsi. Quante vittime hanno sulla coscienza?

Via col vento è già stato sistemato dalla HBO e tolto dal palinsensto.

Se poi volessimo passare a Papi e Santi, lì si che ci sarebbe da divertirsi.

Chissà se instagram stories arriverà fino a lì, e chissà se gli influencer che ci stanno spiegando la vita e come viverla avranno sempre voce anche quando cambierà il vento, perché di una cosa non si sono resi conto: se Zuckerberg e amici decidono che hanno parlato abbastanza, i loro proclami semplicemente non li vedrà più nessuno, basta modificare qualche algoritmo e il loro pensiero non lo ascolterà più nessuno.

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Aspettando il 3 giugno

17 Maggio 2020 by costanza Leave a Comment

Per rientrare in Italia mi bastano venti minuti di strada, ma comunque da 3 mesi non li posso percorrere. Mi immagino lo stato d’animo di chi deve prendere un aereo e non sa come e quando riuscirà a prenderlo.

E comunque non poter varcare quel confine pesa, non solo a me, lo so bene, ma almeno adesso quando il 3 giugno potrò tornare potrò anche valicare i confini regionali. Che emozione!

Quanti di voi non hanno mai nemmeno pensato di appartenere a uno stato federale, in cui le regioni contano quanto degli stati, con tanto di confini e di governatori ribelli? Per modo di dire.

E comunque vedere la situazione da qui ha il suo perché, vedere scannarsi sui social i conterranei per ogni cosa, compresa Silvia Romano, senza rendersi conto di essere solo dei pupazzetti nelle mani di Casalino e Conte è triste, molto triste.

E vedere come qui in Svizzera il rispetto del cittadino e di ciò che pensa abbia ancora un senso, fa riflettere, molto.

Ascoltare Conte che predica, Locatelli, Brusaferro, Burioni (!), che pontificano ogni giorno e ci trattano come degli scolaretti, ma di una scuola di suore però, da mettere in castigo con le orecchie d’asino (cosa sono se non una punizione da asilo mariuccia le gogne pubbliche dei disubbidienti sui Navigli o di chi sfida l’autorità costituita per andare sulla spiaggia?).

Ciò che fa più specie è la stampa, come si è comportata, come non ha fatto inchieste, a parte Report e pochi altri, prontamente ignorati o semplicemente bollati come fake news.

Certo che questa pandemia ci ha cambiato, a me per esempio ha cambiato totalmente il modo in cui vedo l’Italia, un paese in cui il popolo non conta un cazzo, viene zittito e rinchiuso in casa senza troppe spiegazioni, e accusato di essere la causa dei contagi.

Il 3 giugno torno, per amici, parenti e cultura, quello che farò subito sarà andare in libreria a comprare libri che ho letto su kindle durante la quarantena e che voglio avere cartacei, e poi in farmacia, perché qui in Svizzera la farmacia ha una forma mentale che mal si concilia con noi italiani, che può essere riassunta così: noi italiani in farmacia siamo anarchici, qui in Svizzera tutto passa dal medico e dell’assicurazione che di conseguenza vuole sapere tutto di ciò che acquisti, anche il callifugo, va be’ esagero, ma non troppo.

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L’ora della vendetta

16 Maggio 2020 by costanza Leave a Comment

la resa dei conti si avvicina, dopo averci rinchiusi 3 mesi, perché alla fine dall’8 marzo al 3 giugno saranno passati tre lunghi, inutili mesi, iniziano le voci di chi finora è stato zittito a suon di Burioni e compagnia bella.

Si inizia a contestare il sistema della chiusura totale, a farsi domande sulla sua vera utilità, e a incazzarsi per le tragiche conseguenze che questa clausura ha e avrà sulla vita psichica ed economica di tutti noi.

Qui in Svizzera, dove per fortuna se esprimi la tua opinione non vieni aggredito e infangato come in Italia, si inizia a discutere sulla vera utilità del lockdown.

Il confinamento è uno strumento brutale, medievale, a cui far capo in ultimo ricorso quando si è disarmati.
Didier Sornette, professore al Politecnico di Zurigo

Anche in Italia qualcuno ha espresso opinioni diverse dal mainstream, ma è stato subito bullizzato dai virologi starlette, e così per informarmi cerco informazioni non di regime, a volte le trovo per fortuna.

IL VERO MOSTRO DEVE ANCORA ARRIVARE – Stefano Manera, Fabio Milani #Byoblu24

Perché ascoltare Burioni da Fazio che ci dice che non è finita, che avremo sicuramente una ricaduta e di comprare il suo libro, anche no. O sentire chi accusa gli italiani di essere loro la causa dell’epidemia infinita, è un insulto a tutti i morti di covid.

L’importante è riuscire a usare la propria testa e non scannarsi come cani in branco appena ci gettano qualche notizia per tenerci caldi. Ieri su twitter, altro strumento che serve a sobillare il popolino, girava un video che mostrava qui a Lugano gente che prendeva l’aperitivo.

Video registrato ieri sera a Lugano intorno alle 20,00 da un amico pic.twitter.com/JAB5soicQO

— Marco Antonicelli 🇮🇹 (@MarcoAntonicell) May 15, 2020
In Svizzera si ricomincia a vivere

Leggete i commenti, e capirete come il governo a suon di conferenze stampa allarmanti e macabre e Burioni sguinzagliati ci abbia plagiati…

E poi un altro video, perché ovviamente c’era chi insinuava non fosse vero.

Come promesso è arrivato il secondo video da Lugano con tanto di certificazione di data @markorusso69 @neuroperplesso3 @ppdalmon @Musso___ @EntropicBazaar @paolavalenti29 @MinutemanItaly @ayurbea pic.twitter.com/oWG8zwCSNe

— Marco Antonicelli 🇮🇹 (@MarcoAntonicell) May 15, 2020

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