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Quanti punti hai?

23 Gennaio 2021 by costanza

Il lavoro, quando c’è, è appeso a un filo, che si spezza anche solo per una recensione negativa

i futuri corrieri amazon

Come si cambia: da odiare il ‘meotodo a punti’ a esserne parte integrante.

Stamattina è suonato il campanello, era un corriere amazon, giovanissimo, dell’età di mio figlio, la faccia dell’entusiasmo del suo primo impiego. 

Mi consegna un pacchetto, gentilmente mi saluta, lo ringrazio, esce dal portone e sale sul suo furgone, per consegnare altri pacchi di amazon.

Entro in casa e arriva puntuale la mail: ‘Il pacco è stato consegnato, com’è andata la consegna?

bene, e il pacco consegnato con cura!

solo qualche anno fa questo metodo a punti lo avevo criticato pesantemente, avevo poi visto un episodio di Black Mirror in cui chi aveva pochi punti era relegato ai margini della società e chi ne aveva tanti aveva le porte aperte sia al lavoro, che nella vita di tutti i giorni.

Una società per me inaccettabile, che però adesso è qui, complice il lockdown, ci siamo entrati a pié pari. E i punti verranno dati e tolti anche se si sarà vaccinati oppure no, ma questa è un’altra triste storia.

Le nuove generazioni sono cresciute a quanti followers e like riescono a guadagnare sui social, e non trovano nulla di strano che il loro lavoro debba essere guadagnato di giorno in giorno, essendo gentili solo perché altrimenti ti possono mettere una recensione negativa e il tuo datore di lavoro trae le debite conclusioni, così quando dovrà rinnovare un contratto guarderà quanti punti hai guadagnato.

Ho visto negli occhi di quel ventenne l’entusiasmo, la voglia di guadagnarsi la vita e vi giuro che non metterò mai e poi mai una recensione negativa, elargirò elogi e ringraziamenti affinché il suo score aumenti e possa avere solo avanzamenti di carriera. 

Se questo è l’ambiente che abbiamo preparato ai nostri figli, il minimo che possa fare per farmi perdonare è aiutarli ad assecondare questo sistema. In attesa che dei droni rimpiazzino questi ragazzi e l’entusiasmo vada a farsi benedire, ma sappiate che anche dei droni che li sostituiranno ne parlerò bene, nelle recensioni che mi verranno chieste, per non fare torto a nessuno.

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Le care vecchie mail: meglio dei social?

18 Gennaio 2021 by costanza

Tutti ‘imprenditori’ sui social, ma se ti chiudono l’account, rimani con un pugno di mosche in mano. Come difenderti?

Odio avere ragione, anzi no, che dico? Amo profondamente avere ragione quando dopo anni ciò che avevo previsto all’improvviso diventa realtà. Per il popolo del web, intendo, perché di altro non so fare previsioni.

Dicevo che assisto a come oggi il mondo di instagram sta scoprendo a proprie spese ciò che avevo pontificato anni fa nei miei post, senza che nessuno li leggesse ovviamente. Una Cassandra incompresa. E mi spiace molto che nessuno mi abbia mai ascoltata.

Il concetto profondo che ho cercato di spiegare quando sono esplosi i social è stato: ‘Perché investi tempo e danaro su un social di cui non hai il controllo?‘. (concetto espresso molto ma molto più chiaramente in The Social Dilemma).

Le risposte nel tempo sono state le più svariate:

‘Facebook (o Instagram o youtube…) è il futuro, altro che siti e blog e vecchiume del genere!’

‘Ma sei complottista?’

‘Ma perché mai Zuckerberg dovrebbe danneggiare il tuo business, sarebbe anche contro i suoi interessi!’

e via discorrendo.

Nell’ultimo mese ho assistito alla sospensione di 3 account instagram che seguivo, con conseguente panico dei titolari, appelli su account degli amici per non perdere i followers etc etc. E giuro che non ho gioito affatto per questo, quanto piuttosto mi ha fatto molta rabbia. La sospensione non aveva infatti alcun motivo in particolare, o forse sì, ma Instagram non dà molte spiegazioni, se non ‘per movimenti sospetti sull’account’, ‘tentativi di accesso da parte di non meglio precisati hacker’.

Questi influencer si sono ritrovati all’improvviso con un pugno di mosche in mano, il poco che avevano iniziato a costruire all’improvviso sfumato, hanno dapprima imprecato, poi atteso con pazienza che il magnanimo social ripristinasse il loro account. E poi se ne sono stati zitti perché se lo insultano il social li banna definitivamente.

Mi sono spiegata? Investite tanto tempo per costruire un nutrito gruppo di follower a cui parlate quotidianamente e lavorate come criceti, per poi svegliarvi un giorno e qualcuno ha spento l’interruttore. Un po’ rischioso, non vi pare?

E quando poi hanno finalmente rimesso online i vari account di cui sopra, dopo settimane, ho iniziato a sentire parlare di mailing list e dell’importanza delle newsletter! Le care vecchie newsletter? Sì proprio quelle che noi antiquati internauti dicevamo fossero la base per avere il controllo del proprio pubblico.

E così anche l’influencer che vende corsetti per fare business su instagram, quella che io seguo per puro masochismo, oggi passa il suo tempo a raggranellare senza farsi notare troppo, indirizzi mail, come fossero figurine panini di valore inestimabile! Mi ricordo ancora quando un anno fa ho osato scriverle un commento del tipo: ‘Ma non è rischioso investire tutto su instagram? E se un giorno ti chiudono l’account?‘ Non vi dico la risposta che mi ha gentilmente inviato, chi ha avuto a che farci sa che se la contraddici come minimo ti becchi un vaffa, che io puntualmente ho archiviato e riguardo quando mi voglio divertire, perché la influencer ha pensato bene di farmelo via video!!! Alla faccia della professionista del web!

E non mi metto nemmeno a commentare twitter, perché non mi arrischio a parlare di censure etc etc.

Il popolo del web non è ancora pronto.

Ha bisogno di tempo per capire che la censura quando colpisce, colpisce tutti, non solo Trump.

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Ma davvero le influencer devono eccitarsi per Bridgerton?

17 Gennaio 2021 by costanza

Come una serie Netflix ci riporta indietro di 30 anni

Nell’ultimo anno ho appreso molti insegnamenti delle influencer sui social: mi hanno insegnato a combattere il patriarcato, che cos’è il body shaming e come esibire con orgoglio il corpo femminile fintamente imperfetto. Ho imparato che dobbiamo essere indipendenti economicamente (prima delle stories su instagram non lo sapevamo?) insomma tanti principi morali alti e antisessisti. Ah, sì, mi hanno anche suggerito di indossare il tacco 12 per l’empowerment femminile… e di comprare tanti ma tanti cosmetici online, prodotti dalle stesse influencer, e che se voglio anche io diventare un’imprenditrice di successo, basta volerlo e magari seguire un corso online di quelli che vendono le suddette influencer su instagram. Studi universitari non pervenuti.

Poi nell’ultimo mese sono tutte entrate in fibrillazione e dimentiche di tutte le battaglie per la parità dei sessi hanno iniziato a dissertare di quanto sia sodo il sedere del Duca di Bridgerton, quanto sia irresistibile etc etc e tutto in un colpo mi sono ritrovata indietro di 30 anni ai tempi in cui editavo i romanzi Harmony.

Ma come? Le nuove generazioni che fanno le imprenditrici, le influencer di oggi sono ferme ai romanzi Harmony e alla favola del principe azzurro? Ok, nel frattempo tutto è evoluto e il Duca di Bridgerton impersona l’inclusività tanto cara in apparenza al popolo del web e di conseguenza alle influencer nostrane, ma qualcosa proprio non mi torna. Non mi capacito di come di fronte a una telenovela, perché di questo si tratta, c’è quella che decanta i costumi, quell’altra ultraquarantenne che si eccita a vedere il protagonista seminudo… ma siamo davvero messe così male?

Nel 2021 sui social, tra una lotta per avere più voce nella politica e una denuncia di come il corpo femminile sia ancora considerato dalla società, si discute di quanto sia bono l’attore di una serie che sembra uscita dalla penna di Liala? E il corpo di Regé-Jean Page non merita rispetto?

Ho messo a confronto la locandina della serie Netflix e una copertina di un romanzo Harmony History di molti anni fa. Trovate le differenze:

sempre la solita storia, sempre la ragazza prescelta perché più bella delle altre, sempre lui a offrire a lei una vita migliore, che da sola evidentemente non avrebbe potuto ottenere e. soprattutto, che vita senza l’innamoramento continu0? È questo, giustamente, il punto di arrivo di decenni di lotta per cambiare anche l’immaginario delle nostre figlie.

E allora ditelo che è tutta una recita, che vi basta un principe azzurro qualsiasi per farvi sognare di essere anche voi le ‘prescelte’.

Speriamo nelle prossime generazioni, che vi devo dire? E intanto mi gusto Pretend it’s a City, che ad ascoltare donne intelligenti e interessanti non si sbaglia mai.

Netflix, a cercare bene, offre molto di più del sedere del Duca di Bridgerton!

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